mercoledì 27 marzo 2013

Introduzione e coda

Nella sua forma più semplice e ricorrente la canzone alterna strofa e ritornello, ma non faticherete certo a trovare eccezioni. Spesso, oltre alle due parti principali, sono presenti brevi passaggi orchestrali o vocali che assolvono a particolari funzioni strutturali: introdurre, collegare le diverse sezioni, concludere il brano o semplicemente inserire una nota di colore. A volte si usa far precedere la canzone vera e propria da una breve introduzione. Questa può avere un testo, ad esempio il racconto di un antefatto, o presentare una parte strumentale originale, magari derivata da una fase muscolare che l'ascoltatore incontrerà più avanti nel corso dello stesso brano. In ogni caso l'introduzione ha il compito di preparare l'atmosfera della canzone stessa.Per terminare invece una canzone spesso si ricorre all'espediente di ripetere molte volte il ritornello sfumandolo, cioè diminuendo progressivamente l'intensità al momento della registrazione. Più di rado viene realizzata appositamente una nuova fase melodica, detta coda, con funzione conclusiva.
Lucio Dalla:

giovedì 21 marzo 2013

Inciso

A volte la struttura di un brano si complica ulteriormente con l'aggiunta dell'inciso: una sezione, generalmente di otto battute, che ha la funzione di separare la ripetizione di strofe e ritornelli.
 Laura Pausini:









Laura Pausini canta LA SOLITUDINE. Si tratta di un vero e proprio fotoromanzo in musica, ambientato si banchi di scuola. <<Marco se ne è andato..>> la protagonista introduce così la sua infelice solitudine. In realtà nella canzone ci sono 3 momenti espressivi diversi: il racconto della vicenda, la riflessione su come lui ha reagito alla separazione e un breve passaggio, l'inciso, dove la protagonista si rivolge idealmente all'amato. Naturalmente ognuna di queste frasi è accompagnata da un'adeguata " colonna sonora".

Strofa e ritornello

Il più delle volte una canzone si organizza in due parti distinte basate su due motivi di diverso carattere musicale ed espressivo. Una di queste, la strofa, serve all'autore per raccontare la vicenda: la melodia asseconda il testo mantenendo un andamento abbastanza vicino al parlato. Nell'altra, il ritornello, il testo assume carattere lirico, la musica si carica di espressività e il canto si fa più appassionato. Se nella strofa l'autore ricerca la giusta atmosfera, nel ritornello egli svela le sue carte: qui ci deve essere tutto quello che si deve ricordare dell canzone, quindi il testo è facilmente memorizzato e la melodia orecchiabile.
Un altro esempio di canzone in forma di strofa-ritornello è Almeno tu nell'universo. Individuate e riportate nello schema seguente la successione delle strofe e dei ritornelli. Fate attenzione alle sezione nella quale si inserisce l'intervento strumentale: si tratta di una strofa o di un ritornello?
Vasco Rossi:

martedì 19 marzo 2013

Come nasce una canzone

Una canzone può nascere dalle necessità di dare una veste musicale a un testo poetico preesistente, oppure trarre origine da un motivo "che ci frulla nella testa", un giro di accordi, un "riff" trovato sulla chitarra. Altre volte parole e musica nascono insieme.
Comunque sia, le idee vanno poi sviluppate per dar "forma" a una vera canzone e, poiché nella breve durata del brano nulla deve trovarsi fuori posto, occorre avere chiara la struttura della composizione che si vuole realizzare, vale a dire le varie parti che la costituiscono e la loro collocazione.
Zucchero:

Il contrabbasso

Il più grande strumento della famiglia degli archi è il contrabbasso. Esso certamente non può rivaleggiare con gli altri in rapidità e agilità, ma la sua "voce" grave e pastosa diviene insostituibile in orchestra per l'accompagnamento ritmico-armonico. Nonostante appartenga alla famiglia degli archi(e con l'archetto venga generalmente suonato nella musica colta), nel jazz le sue quattro corde vengono per lo più pizzicate: è proprio in questo ambito musicale che esso trova un ruolo di primaria importanza, fino a proporsi stesso anche come solista.
Il contrabbasso:

martedì 12 marzo 2013

La Viola

Anche se oggi tra gli archi il più celebre è il violino, in passato era la viola a essere considerata la più importante.
Questa infatti vantava numerosissime varietà e quindi gli archi altro non erano che una grande famiglia di viole: da braccio (suonate tenendole appoggiate alla spalla), da gamba (più grandi e suonate impugnandole perpendicolarmente a terra), d'amore (con corde che vibravano "per simpatia") ecc.
Oggi invece il rischio è di considerare la viola solo un violino un pò più grande: in realtà questo strumento, oltre a una tessitura più grave, possiede un suo specifico timbro vellutato e un pò malinconico che si differenzia notevolmente da quello del violino.
La viola:


Il Violoncello

Il violoncello viene suonato stando seduti e tenendolo verticalmente appoggiato a terra, grazie a un apposito puntale. Si tratta di uno strumento dotato di una voce calda e profonda, molto adatto sia a ruoli di sostegno e accompagnamento, sia a parti solistiche.
Il violoncello: 


Il Violino


Il violino è uno dei protagonisti della musica colta occidentale. La sua cantabilità, unita alle strabilianti possibilità tecniche, hanno attratto verso questo strumento quasi tutti i grandi compositori degli ultimi tre secoli. Il violino è spesso impiegato  anche nella musica leggera, in quella popolare e persino nel jazz, dimostrando così la sua notevole versatilità.
Il violino: 

Gli Archi

Vengono generalmente definiti Archi gli strumenti in cui il suono  prodotto da una o più corde messe in vibrazione tramite uno sfregamento ottenuto con l'arco o archetto.
Quest'ultimo consiste in una bacchetta di legno ricurvo che tiene in tensione numerosissimi crini animali destinati proprio a essere sfregati contro le corde dello strumento. L'uso dell'archetto permette a questa famiglia strumentale di emettere suoni che, per durata e caratteristiche espressive, sono forse di più simili a quelli emessi dalla voce umana.
Viole, violini e violoncelli, insieme ai contrabbassi che fanno ugualmente parte della famiglia degli archi, sono molto importanti nella musica colta occidentale: non solo sono gli strumenti più numerosi e attivi in una normale orchestra sinfonica, ma a volte costituiscono addirittura un'orchestra da soli, denominata appunto "orchestra d'archi", cioè senza strumenti di altro tipo.
L'archetto di un violino: 











Quartetto d'archi: 

martedì 5 marzo 2013

La batteria

Essa è generalmente composta da: un tamburo rullante, una grancassa azionata da un pedale, una coppia di tamburi(tom tom) intonati diversamente, un paio di piatti di ottone sospesi(cymbal) e una coppia di piatti sovrapposti azionati da un secondo pedale(hi-hat). Componente essenziale di ogni orchestra jazz leggera e di ogni complesso rock, la batteria ha il compito di fornire la base ritmica, anche se a volte, nel jazz e nel rock, si lancia in irrefrenabili assoli. Per variare la sonorità dello strumento, il batterista utilizza diversi battenti: oltre alle tradizionali bacchette di legno usa battenti con la punta di feltro o le cosiddette spazzole, speciali bacchette che terminano con fili d'acciaio e che vengono battute o strisciate ritmicamente sulle pelli dei tamburi e sui piatti.

Il basso elettrico

Si tratta della versione elettrificata della chitarra basso, che come strumento acustico non è molto diffuso.
Generalmente ha quattro corde che vengono pizzicate con le dita o col plettro, tuttavia esistono modelli a cinque o sei corde e strumenti fretless, cioè senza tasti lungo il manico, che producono sonorità più simili al contrabbasso. Il basso elettrico eredita dal contrabbasso le funzioni di accompagnamento ritmico e armonico  non di grado raddoppia i riffs della chitarra, cioè quegli spunti melodico-ritmici caratteristici del rock.