In Africa, la politica coloniale dell’INGHITERRA ebbe come
obbiettivo la creazione di un unico impero coloniale, dal nord a sud: dall’Egitto
al Sudafrica.
La Francia,
invece, fu interessata a estendere il proprio dominio da ovest a est: dal Gambia
all’Egitto. E fu proprio l’Egitto che fece scoppiare il contrasto tra Francia e
Inghilterra. Fu invece la conferenza di Berlino del 1884-85 ad assegnare il Congo
al Belgio. Anche la Germania
ebbe la sua: L’africa Orientale Tedesca e L’Africa Occidentale Tedesca.
Fanalino di coda fu l’Italia, che in tappe diverse entrò in possesso dell’Eritrea,
della Somalia e della Libia. Nel 1876 la regina Vittoria d’Inghilterra venne proclamata
imperatrice delle indie. Il territorio indiano fu sfruttato in modo intensivo e
fu trasformato in un vero e proprio mercato al servizio degli inglesi. Ad
esempio, i prodotti industriali inglesi, come i tessuti, distrussero la
produzione artigianale indiana. Furono imposte quelle coltivazioni, come il tè,
il cotone, la iuta, che erano convenienti per il commercio inglese. In Cina il colonialismo
europeo non ebbe come scopo la conquista militare del territorio: sarebbe stato
impossibile. La Cina
era infatti troppo grande e troppo popolata. Lo scopo del colonialismo europeo
fu la conquista commerciale di quel enorme mercato. All’inizio dell’Ottocento,
gli inglesi erano interessati ad acquistare dai Cinesi il tè, seta, tessuti e
porcellana. Ai Cinesi invece interessava acquistare l’oppio, una droga la cui vendita
era vietata dal Governo Cinese. Di fronte a questo traffico illegale e
pericoloso per la salute dei suoi abitanti, la Cina reagì. Ne seguì una guerra, la GUERRA DELL’OPPIO, dal 1839 al 1842.
La vittoria inglese ebbe gravi conseguenze per la Cina: essa non solo fu costretta
ad accettare il libero commercio dell’oppio, ma dovette anche cedere agli
inglesi la città di Hong Kong.
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